“Se il Paesaggio designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni (Convenzione Europea del Paesaggio, Firenze 2000) allora la percezione da parte degli abitanti diventa l’elemento indispensabile all’esistenza stessa del paesaggio”. Questo l’incipit della nota con cui viene presentato l’interessante convegno “Il Paesaggio come Bene Comune: Giardini e paesaggi condivisi” che si tiene a Roma il 22 marzo presso la Casa dell’Architettura.

Un incontro, organizzato dall’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia, che avrà al centro del dibattito lo stretto legame tra territorio e radici culturali. “Il paesaggio si configura come fondamento dell’identità locale e delle decisioni comuni di piccole comunità”, prosegue la nota, “ma anche come consapevolezza di un destino comune a tutti gli abitanti della terra. In questo contesto il ruolo del progetto di paesaggio diviene anche motore di dialogo ed interazione con gli abitanti dei luoghi oggetto dell’indagine progettuale”.

Modificare il paesaggio significa quindi intervenire anche sulla percezione che le persone hanno di sé e del proprio legame con la comunità. “La creazione di un nuovo giardino o la riqualificazione di spazi urbani marginali, frutto di partecipazione o conflitti sociali, genera processi di riqualificazione urbana che, modificando la composizione sociale dei luoghi, può attivare anche processi di contradditori di gentrificazione”.

Un’occasione stimolante per discutere di temi molto attuali e complessi con tecnici ed esperti.