Un incontro per parlare delle grandi opere inutili e dannose che minacciano il Paese e per costruire insieme la grande manifestazione del 23 marzo per il clima, l’ambiente e il futuro dell’umanità. Il 17 Marzo 2019 a Fiumicino molte realtà teritoriali, collettivi e comitati si riuniscono per costruire un percorso condiviso, in difesa della giustizia ambientale e sociale, che idealmente porti alla data del 23 marzo: la grande marcia per il clima.

“Ovunque in Italia”, si legge nella nota ufficiale “lo sviluppo legato alle grandi opere sta deteriorando irreversibilmente l’ambiente naturale. Le conseguenze della cementificazione dei territori, di mega-porti e discariche fuori controllo, le trivellazioni dei fondali marini, i pesticidi necessari alle monocolture intensive, mettono a rischio non solo la biodiversità e il clima ma anche la salute degli abitanti. E’ ormai chiaro che questo modello di sviluppo rappresenta inoltre uno spreco di risorse pubbliche, comporta corruzione, a scapito della collettività e dei beni comuni. Le conseguenze ad esso legate ci stanno portando sul baratro della catastrofe ecologica“.

Temi che riguardano tutto il Paese. E il territorio di Fiumicino non fa eccezione. ” La costruzione del porto commerciale, il raddoppio dell’aeroporto, il mega impianto di smaltimento dei rifiuti nella zona nord rappresenterebbero sicuramente”, prosegue la nota stampa, “un’opportunità per alcuni di spartirsi gli indotti derivanti dalle speculazioni”. “Ma tutti gli altri pagherebbero il prezzo dei terribili impatti che tali opere comportano”.

Riconoscere i problemi costituisce un primo fondamentale passo per arrivare alle soluzioni. “Crediamo che il nostro paese abbia un alto potenziale”, si sottolinea nel comunicato, “ma venga spesso tradito da politiche speculative a breve termine. Le risorse archeologiche vengono ignorate e il turismo viene spesso tarpato da una mobilità pubblica inefficiente e dalla scarsa manutenzione delle nostre coste. Le risorse naturali subiscono speculazioni edilizie continue, il nostro patrimonio agroalimentare dovrebbe beneficiare di una riconversione al biologico e a filiera corta”.

Su questi presupposti si basa la manifestazione nazionale che si tiene a Roma il 23 Marzo. E prima ancora l’incontro di Fiumicino del 17 marzo. “Perché l’unica grande opera possibile è la difesa del territorio”.