A Castel Romano, all’interno della Riserva naturale di Decima-Malafede a sud di Roma, è iniziato il taglio indiscriminato di 21 ettari di bosco, il 16 marzo. Per denunciare il nostro sdegno e al contempo spiegare con chiarezza cosa sta accadendo in uno dei più importanti polmoni verdi del Lazio, pubblichiamo l’analisi puntuale e accurata del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, un’associazione di protezione ambientale riconosciuta nata a Cagliari nel giugno 1992 che opera su segnalazione di associazioni, comitati e singoli cittadini.
L’attività del Gruppo “è improntata”, si legge nella home page del sito ufficiale, “all’utilizzo dello strumento diritto per difendere il territorio e le sue valenze ambientali, naturalistiche, paesaggistiche, archeologiche, storiche e culturali dagli attentati che quotidianamente vengono portati avanti da speculatori, inquinatori e, purtroppo, da amministratori pubblici insensibili, poco accorti o, addirittura, conniventi”.
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Di seguito il testo dell’articolo, il cui originale è consultabile qui:
Il 16 marzo 2018 è iniziato il taglio di un bosco con governo a ceduo esteso 21 ettari in località Castello Romano, nella riserva naturale regionale “Decima – Malafede”, in favore della Società agricola Le Tenute s.r.l. (sede in Via della Cesarina, 22 – Roma), sui terreni della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (Propaganda Fide), detentrice di estese proprietà immobiliari nell’Agro Romano.
In proposito, la Città metropolitana di Roma Capitale (Dipartimento VI “Pianificazione territoriale generale” – Servizio 3 “Geologico e difesa del suolo, protezione civile in ambito metropolitano”) ha comunicato (nota prot. n. 44873 del 15 marzo 2018) l’avvenuto rilascio (nota prot. n. 488 dell’8 marzo 2018) dell’autorizzazione (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i., legge regionale Lazio n. 39/2002, regolamento Regione Lazio n. 7/2005) per il taglio boschivo.
In precedenza l’Ente “Roma Natura”– al di là del comunicato stampa di smentita del 10 febbraio 2018 del presidente Maurizio Gubbiotti – aveva rilasciato due autorizzazioni con prescrizioni, sotto il profilo strettamente connesso alla gestione dell’area naturale protetta (artt. 13 della legge n. 394/1991 e s.m.i., 28 della legge regionale Lazio n. 29/1997 e s.m.i.), per il taglio boschivo.
bosco in passato governato a ceduo (Foto Gruppo Intervento Giuridico)
La Soprintendenza speciale Archeologia, Beni Culturali e Paesaggio non si è espressa nei termini di legge ai fini del vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).
Tuttavia la Città metropolitana di Roma Capitale ha quantomeno ristretto le ipotesi di taglio piuttosto ampie confermate dall’Ente “Roma Natura”(nota prot. n. 950 del 7 marzo 2018), in particolare:
* “dovranno essere preservati dal taglio sia le formazioni rupestri, che gli esemplari arborei vetusti”
* “durante le operazioni selvicolturali dovranno essere preservati dal taglio gli esemplari arborei costituenti un ricovero per la fauna selvatica silvestre, con particolare riguardo a quelli ospitanti eventuali nidi di piciformi e/o di rapaci”
* “dovranno essere preservati dal taglio, ai sensi della L.R. n. 61/74, gli esemplari di agrifoglio (Ilex aquifolium) e le altre specie protette eventualmente presenti nonché … gli esemplari di sughera (Quercus suber) e i fruttiferi”
* “è fatto assoluto divieto di aprire nuove piste permanenti per l’esbosco e di eseguire qualsiasi altro intervento che possa arrecare danno al suolo, al soprassuolo ed all’ambiente naturale”.
La riserva naturale regionale “Decima – Malafede” costituisce“una delle maggiori foreste planiziali del bacino del Mediterraneo”, come riconosciuto e riportato nello stesso sito web istituzionale dell’Ente gestore “Roma Natura”, l’ente della Regione Lazio per la gestione del sistema di aree naturali protette di Roma Capitale.
funghi nel sottobosco (Foto Gruppo Intervento Giuridico)
Eppure continuano a esservi boschi governati a ceduo e periodicamente tagliati, si pretende anche con l’apertura di nuova viabilità.
E’ il caso proprio delle spallette boschive di Castel Romano, ben 21 ettari di bosco misto (Quercia, Cerro e Leccio, Corbezzolo, Lentisco, Fillirea, Ginestra, Perastro, Prugnolo), con presenza di numerose specie faunistiche, fra cui Falco pecchiaiolo, Poiana, Tasso, Istrice, Nibbio bruno, Daino, Picchio Verde, Picchio rosso maggiore, il rarissimo Ululone dal ventre giallo, Rana dalmatina.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus aveva in proposito, inoltrato (9 febbraio 2018) una specifica richiesta di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti per scongiurare un taglio boschivo che finira con il depauperare il patrimonio ambientale e paesaggistico di un’area naturale protetta che meriterebbe solo cura e attenzione.
Coinvolti il Ministero per i beni e attività culturali e il turismo, Roma Capitale, la Città metropolitana di Roma Capitale, i Municipi IX, X, XII e XIII di Roma Capitale, la Soprintendenza per archeologia, belle arti e paesaggio di Roma, l’Ente “Roma Natura”.
Gheppio (Falco tinnunculus – Foto Gruppo Intervento Giuridico)
Sarebbe l’ora che i secolari interessi privati, anche di modesta entità, lasciassero definitivamente il passo nell’Agro Romano all’interesse pubblico della salvaguardia del patrimonio naturalistico.
Ma non si può tralasciare il fatto che simili operazioni sono favorite dalla mancata approvazione definitiva di numerosi piani di assetto, i piani di gestione delle riserve naturali, da parte della Regione Lazio: solo alcuni piani sono stati approvati, mentre i restanti, compreso quello della riserva naturale “Decima – Malafede”, non sono stati approvati e le relative misure di salvaguardia sono decadute, consentendo numerosi interventi di grave trasformazione del territorio mediante piani ambientali di miglioramento agricolo (PAMA) comprendenti impianti di compostaggio, centro di vendita ortofrutticola e nuove volumetrie (es. Quarto della Zolforatella).
Anche Roma Capitale potrebbe fare la sua parte per la tutela dell’Agro Romano, con una variante del piano regolatore generale (P.R.G.) che classifichi “zone di salvaguardia – H” tutte le residue aree boschive con divieto di nuovi tagli. Nelle more, potrebbero destinare qualche decina di migliaia di euro (perché, in fondo, si parla di tali cifre) per acquisire i relativi diritti di taglio (art. 34 della legge regionale Lazio n. 29/1997): sono, infatti, del tutto insufficienti gli “appelli” lanciati a qualsiasi titolo dagli amministratori locali.
Questo sarebbe solo l’inizio della fine della povera riserva naturale: all’orizzonte avanzano i progetti della nuova autostrada Roma – Latina e della bretella stradale A 12 – Tor de’ Cenci.
Siamo, però, ancora in tempo per evitare questi ulteriori scempi ambientali annunciati.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
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