
Il Colosseo dal Convento di San Bonaventura al Palatino (foto Marco Bombagi)
Dal governo Berlusconi in poi le risorse destinate ai beni culturali e alla loro conservazione e visita sono costantemente diminuite. Poi se la prendono con i cirenei che osano protestare per il degrado.
Ora, non v’è dubbio che qualunque chiusura, anche temporanea, di un monumento visitato al giorno da 6.000 persone e più, provochi malumori e proteste. E’ successo nei giorni scorsi a Pompei, altro sito dei più visitati. “Facciamo la solita figuraccia con gli stranieri…”, è il primo commento indignato che affiora alle labbra. Tuttavia occorre anche predisporre gli uomini e i mezzi necessari per poter garantire la fruizione di musei, aree di scavo, monumenti, ecc.
L’assemblea di Pompei come quella di ieri al Colosseo non aveva tuttavia motivazioni campate in aria. Difatti erano presenti anche funzionari e dirigenti della Soprintendenza: a pochi mesi dall’inizio del Giubileo nella enorme struttura romana dove ogni giorno entrano e sostano migliaia di turisti vi sono appena 27 custodi su tre turni. Il giorno che sono entrati, gratis, 9.000 visitatori, si sono corsi rischi molto seri sul piano della sicurezza.
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